Date: Wed, 26 Jan 2000 19:19:57 -0500 (EST)
From: Maurizio "Titto" Patrignani 
Subject: Titto in America - Chapter 4


Ok, Ok, fermatevi. Non mandatemi altre ricette.

La richiesta di aiuto culinario era una scusa per infilare la lista della
dispensa nel Chapter 3. Io la trovo buffa perche' e' ricca di cose
superflue e priva dell'indispensabile (un'impressione che qui diventa
persecutoria)

Questo capitolo contiene:

1) Previsioni del Tempo
2) Gatti e Gattume
3) Negozi Italiani all'Estero

Questo capitolo NON contiene:

* Ce la fara' il collega Paul a chiudere la finestra?
  Egli ha lasciato una finestra aperta ed ora non riesce
  a chiuderla perche' si e' congelata nella posizione "open".

* Il vento a -20 gradi centigradi (fa male?)
  La grondaia di casa non ha superto la prova tempesta.

* Fare la spesa su Internet (con consegna il giorno dopo).
  Questo pero' ve lo racconto nel prossimo capitolo.


1) Previsioni del Tempo
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Le nostre nonne si dovevano accontentare di Bernacca.  L'America, invece,
e' il paradiso delle nonne, che hanno le previsioni del tempo piu'
dettagliate di quanto si possa desiderare. Sara' che in America tutto e'
piu' grande, ma anche il cielo, alla fine, sembra piu' grande. Non sto
scherzando: le nuvolette italiane non reggono il confronto con quelle
americane, colorate, tormentate, immense.  Il cielo americano e' sempre un
po' "biblico", se capite quello che voglio dire. Daltronde: quand'e' che
l'ultimo uragano ha attraversato l'Italia?  E' naturale, dunque, che le
previsioni del tempo siano in proporzione piu' accurate.

Qui c'e' un canale apposito che trasmette 24 ore su 24 solo ed
esclusivamente previsioni del tempo. Che ho detto? "Previsioni del
tempo"? In America la previsione del tempo (che loro chiamano
"forecast") e' intesa nella sua accezione piu' vasta. Si comincia con
una forecast generale, per tutto il continente, poi si passa alla
"local forecast" per lo stato di appartenenza e circondario, segue la
cartina con tutte le temperature, le minime, poi le massime, se e' il
caso anche la cartina delle variazioni delle temperature rispetto al
giorno precedente, poi la cartina "snow" che mostra dove nevica e
quanto, poi alla cartina "wind", dove si descrivono tutti i venti,
soprattutto i fastidiosissimi "gust" (le raffiche).
E poi? Voi sareste soddisfatti? Le nonne americane no. Loro hanno anche la
cartina dei ritardi negli aeroporti (fenomeno connesso al tempo?), la
cartina dei dolori delle ossa (non so come la fanno questa), la cartina
dell'incidenza dell'infuenza nella popolazione, e in primavera mandano
anche la cartina del polline, anzi, LE cartine del polline, specializzate
per tipo di pianta. Il tutto e' inframezzato da veloci intermezzi
pubblicitari, nei quali degli esperti dichiarano che il tempo puo'
cambiare in cinque minuti, e che il tutto e' molto, molto pericoloso.

Poi ci sono, naturalmente, servizi speciali per ricordare uragani
eccezionali, e persino una hit parade delle tempeste.  Altro che "mettiti
il cappotto perche' c'e' la neve sui rilievi alpini"!  Qui le nonne hanno
molti piu' spunti per preoccuparsi.

Pero' almeno un vantaggio Bernacca ce l'aveva: che quando era brutto tempo
era veramente preoccupato, e sembrava che fosse colpa sua. Qui invece
quando fa bel tempo i presentatori balbettano per 24 ore e non sanno che
dire, e quando fa brutto tempo, invece, gongolano tutti, elencando
sadicamente tutti gli incombenti pericoli.
Insomma, tutto sommato, era meglio Bernacca.

2) Gatti e Gattume
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NOTA: se sei un maschio, non perdere tempo con "Gatti e Gattume" e passa
      direttamente al paragrafo 3) "Esercizi Italiani all'Estero".

Le mie gatte americane non mi lasciano un attimo, e a volte sono proprio
"demanding".  Non avendo mai avuto un gatto, per me l'esperienza gattacea
e l'esperienza americana si fondono.  Insomma: per me l'America e' il
paese dei gatti.  Anche perche' qui, col freddo che fa, i gatti per le
strade sono rarissimi, e i gatti sono prettamente domestici, nel senso che
sono rivisti come parte integrante della mobilia (di cui peraltro sono la
causa prima di decadimento). Esistono negozi interi dedicati ai gatti, il
mio supermercato ha un intero padiglione.

Le tre gatte con cui convivo sono incrociate con il "Maine Coon Cat",
cioe' con un gattaccio selvatico del Maine, e devono a questa ascendenza
la loro mole e il loro pelo (perfino sotto le zampe).  Sono tre sorelline,
anche se non si direbbe, perche' sono molto diverse.

Qui di seguito sono riportate alcuni risultati preliminari delle mie
indagini su gatti e gattume, raccolti in questi primi due mesi di
soggiorno americano.

2.1) Gatti e computer
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I gatti non capiscono nulla di computer! Interferiscono con la tastiera
solo perche' la vedono come antagonista, ma piu' che digitare, loro la
calpestano (ora non piu' perche' ho frullato una gatta attraverso la
stanza dopo che era zompata sulla tastiera a pie' pari).
I gatti pensano che il cursore sia un esserino che cammina, e lo seguono
in tutti i pellegrinaggi che fa sullo schermo, aspettando che venga
a tiro.  Per loro e' una provocazione irresistibile.  Ancora non hanno
capito come fa ad andare a capo.

2.2) Coccole feline
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Oramai le coccole feline sono la mia specialita'.  Esistono vari tipi di
coccole, che qui di seguito vi elenco per la vostra erudizione.

(1) Coccole generiche: queste sono le coccole a buon mercato, che si
possono scambiare anche con gatti con cui non si e' in intimi rapporti.
La coccola generica si applica anche quando uno rientra congelato a casa,
in momenti nei quali non e' il caso di indugiare, ma l'educazione impone
un saluto al gatto. Il vero coccolatore, pero', non ne abusa mai.

(2) Coccole orgasmiche: queste sono le coccole da specialista.  Esse
creano una sorta di dipendenza fisica nel gatto.  E' inutile che vi dica
che le coccole orgasmiche sono la mia specialita', e sono talmente
efficace che qualche volta faccio venire la pelle d'oca anche alle
padroncine... (per induzione). Non esiste una descrizione dettagliata
della coccola orgasmica. Una loro definizione rigorosa involve il concetto
di "qualita'", ed e' filosoficamente troppo impegnativa per poterne
discorrere in questo contesto.

(3) Coccole burrascose: consistono nel prendere il gatto e nello
strapazzarlo in tutti i modi possibili, carezzandolo contropelo, e
spettinandolo il piu' possibile. La coccola burrascosa si applica come
intermezzo tra due coccole orgasmiche, per esaltare la qualita' di
quest'ultime con sapiente contrasto.

(4) Coccole liberatorie: la coccola liberatoria si esegue con apposita
spazzola.  Lo scopo della coccola liberatoria e' duplice: liberare il
gatto dai peli superflui e liberare il coccolatore dalla presenza
ossessiva del gatto. E' importante non trascurare nessun particolare del
gatto. Solo cosi' infatti si avra' la certezza di raggiungere tutti i
punti che il gatto ritiene fastidiosissimi, e la coccola liberatoria avra'
pienamente effetto.

2.3) Luci ed ombre
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Abbiamo anche delle ombre nel nostro rapporto: da quando si sono accorte
che salto su tutte le furie se si arrotano le unghie sul como' della
padrona di casa, lo fanno in continuazione per tentare di attirare la mia
attenzione se sono distratto. Io le rincorro e loro si acquattano perterra
supplichevoli in attesa della punizione. Allora io gli propino una
sculacciata, talmente piano che dopo 5 minuti siamo daccapo.

2.4) Giochi di gatti
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La proverbiale propensione felina al gioco e' testimoniata dai seguenti
giochi inventati dalle gatte americane:

* caccia al laccio: consiste nel mordere i lacci delle scarpe da
ginnastica nel momento esatto in cui io sto per allacciarmele.  Il gatto
morditore rimane attaccato al laccio fino allo stremo delle sue forze in
una sorta di paralisi catatonica, incurante delle gravissime conseguenze.

* caccia al piede: consiste nel saltare sul letto quando vado a dormire e
mettersi a caccia dei miei piedi che si muovono sotto le coperte.  Per
loro deve essere una cosa che somiglia molto alla "caccia al topo sotto la
neve" o qualcosa del genere, perche' sono proprio matte per questo gioco.
Il bello e' che quando ti saltano su un piede tu non puoi fare a meno di
muoverlo, perche' ti fanno solletico, con il che' loro si inferociscono
ancora di piu'.  Mi stanno distruggendo il piumino (che comunque deve fare
altri 4 mesi e poi lo butto).

* caccia alla decorazione natalizia: consiste nel saltare ripetutamente
sull'albero di natale nel tentativo di far cadere qualche decorazione
natalizia.  A seconda della decorazione caduta il gioco procede in modo
diverso. Pupazzo generico: il pupazzo viene ucciso e il trofeo trascinato
per la stanza, per poi essere seppellito sotto il divano.  Palla di
natale: la palla viene rotta a pezzettoni e i pezzetti vengono calciati
nella speranza di creare l'illusione che si muovano da soli.
Filetto d'argento: i filetti d'argento vengono mangiati con estrema
perizia (fachirismo felino?).

* caccia al gatto: essendo i gatti in tre, non hanno difficolta' a
reperire il materiale necessario per "la caccia la gatto", che si svolge
come segue: senza apparente motivo comincia una corsa disperata che
attraversa la casa in tutta la sua lunghezza.  Eventuali oggetti o persone
che si vengono a frapporre vengono travolte dalla furia felina. Non e'
chiaro chi fugga e chi sia l'inseguitore, anche perche' nella dinamica
della corsa e' possibile che un gatto passi sotto ad un tavolo e uno
sopra, oppure un corridore incappi in un ostacolo, per cui un inseguitore
si puo' trovare ad essere inseguito e viceversa.  Arrivati ad un estremo
della casa i gatti inchiodano improvvisamente e rimangono immobili
(fiatone permettendo) a guardarsi con un'aria come per dire: "ma che stamo
a fa'?".
In questo momento i gatti sono in attesa dell'evento impercettibile.
Quando l'evento impercettibile si verifica (e questo solo un gatto lo puo'
dire) la corsa disperata ricomincia diretta al capo opposto della casa.
La caccia al gatto termina quando un abitante umano della casa si alza in
piedi e comincia a strillare "Stop it! Stop it!".

3) Negozi Italiani all'Estero
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E' ormai tradizione (!?) che le mie e-mail finiscano con una lista. La
lista che vi sottopongo questa volta e' una lista di nomi di esercizi
(ristoranti, boutiques,...) italiani (o almeno sedicenti tali).  Tutti
questi negozi sono di Boston, e il loro nome dovrebbe rammentare al
consumatore l'origine italiana.  Tuttavia le parole italiane conosciute
dagli americani sono un po' pochine, e i negozianti, nella necessita' di
arrangiare un nome evocativo con un vocabolario ristretto, finiscono per
essere involontariamente comici.

Mangia Mangia  (ristorante)
Papa.Razzo (ristorante, il punto in realta' e' a mezz'aria)
Accento (vestiario)
Cena (ovviamente ristorante. Sara' aperto per pranzo?)
Italia Moda (boutique)
Italia 2000 (boutique)
Romano's Macaroni Grill (ristornate: non si capisce cosa
   cavolo c'entrano i "maccaroni" con il grill)
Osteria Rustico (qui abbiamo problemi con gli aggettivi al femminile)
Cafe Bella
Cafe Italia
Caffe Italia II Go
Casa Mia Restaurant
CiaoBella (tutto attaccato, ristorante)
Bella's Market (supermercato)
Faccia Bella (ristorante!)
Cibo (ovviamente ristorante)
Fusilli Cafe Italia (ristorante)
La Groceria Ristorante Italiano & Pizzeria (questo si e' inventato
   addirittura il termine "Groceria" che dovrebbe essere l'italiano
   per "Grocery", cioe' drogheria. Ma che c'entra con un ristorante?)
Terramia Ristorante (questo fa molto "emigrante")
Pagliuca's Restaurant (non mi chiedete se c'e' parentela)
Dolce Vita (ristorante)
Bello Mondo (ristorante per analfabeti)
Vado Pazzo (ristorante)
Finale Restaurant (si riferisce forse alla finale di calcio)
Pizza Stop
Al Dente (ristorante)
La Buona Vita (ristorante)
La Cuchina di Capri (questo si e' inventato lo spelling a
   americano "Cuchina", che si pronuncia ovviamente "cucina")
Pizzeria UNO (questa e' una catena di pizzerie)
La Famiglia Giorgio's (ristorante)
Abbondanza Italian Seafood Restaurant (ristorante specializzato pesce)
Pomodoro (ristorante)
Alloro (ristorante)
A Tavola (ristorante)
Spazio (ristorante)
Rome Pizza (pizzeria)

Aggiungo, a costo di andare fuori tema, le due trasmissioni
televisive

"Chefs of Cucina Amore", e
"Ciao Italia",

entrambe dedicate alla cucina.

Ciao e a presto,
Titto